Fondazione

L’anno 1950 va spegnendosi; il Natale è alle porte. E Raffaele Paparella Treccia, nato a Chieti nel 1913, chirurgo ortopedico, e la sua consorte Margherita Devlet, di origini armeno-tedesche, acquistano nel mercato antiquariale sette esemplari di maiolica di Castelli d’Abruzzo del maggior pregio, allo scopo di farne omaggio ad Antonetta Marinetti-Bianchi, rispettivamente madre e suocera. Il dono, vuole far riferimento ad opere castellane di proprietà secolare, alienati nel corso delle vicissitudini della vita e vivamente rimpiante.

Da quel tempo in poi è stato un affannarsi alla ricerca di documenti castellani, nei quali i coniugi Paparella Treccia hanno trovato motivi di profondo interesse, in particolare storico ed etnologico, relativi alla terra d’Abruzzo; documenti di cui la maiolica è, per sua natura, testimone particolarmente attendibile. E la caccia è stata proficua per l’ampiezza del territorio di ricerca e per la alacrità e la perseveranza dei ricercatori. Trovare ha significato cercare fuori dei confini d’Italia: Francia, Inghilterra e Stati Uniti in prima istanza.

Accade, infatti che la produzione castellana più pregevole, quella che ne fa di Castelli il centro indiscusso della maiolica barocca europea, è reperibile solo al di fuori della terra di origine, perché i due campioni dell’arte castellana, Francesco Grue e il figlio Carlo Antonio hanno prodotto esclusivamente per commissionari non abruzzesi: la Santa Sede e la Casa d’Asburgo, in particolare.

In possesso di un nutrito gruppo di esemplari di pregio invero particolare, i coniugi Paparella Treccia hanno ritenuto di doverli mettere a disposizione degli appassionati ed hanno promosso nell’anno 1992 una donazione al Museo Barbella di Chieti, città di origine delle famiglie Martinetti Bianchi e Paparella, di un gruppo di esemplari che, in numero di trenta, documentano esaurientemente la produzione castellana dei Secoli XVI-XVII e XVIII. Essi sono esposti in un’ala del Museo intestata ai compianti Giustino Paparella e Antonietta Martinetti Bianchi.

Nell’anno 1997, alla scomparsa della consorte, il Prof. Paparella Treccia ha promosso, in pieno accordo con la Amministrazione Comunale di Pescara, nella persona del Sindaco, Ing. Carlo Pace, la istituzione di una Fondazione che include la Villa Urania, residenza estiva dei Baroni Treccia, di sua proprietà per adozione, sita in Pescara, ed un nutrito gruppo di maioliche castellane del maggior pregio.

 

Testo protetto da copyright. Riproduzione riservata © Fondazione Raffaele Paparella Treccia e Margherita Devlet Onlus. 

 

I testi, le fotografie, la grafica e i materiali audiovisivi presenti su questo sito sono protetti ai sensi delle normative vigenti sul diritto d’autore, sui brevetti e sulla proprietà intellettuale. I marchi e le denominazioni di enti, organismi e ditte menzionati nel sito appartengono ai rispettivi proprietari o titolari e possono essere protetti da brevetti e/o copyright concessi o registrati dalle autorità preposte.